Stenosi del giunto pielo-ureterale
Chirurgia Pediatrica Catania
Cosa è la stenosi del giunto pielo-ureterale?
La stenosi del giunto pielo-ureterale (S.G.P.U.) è una malformazione congenita dell’apparato urinario, caratterizzata dalla presenza di un restringimento nel punto di giunzione fra l’uretere e la pelvi renale. A causa della presenza di tale restringimento, l’urina si accumula nella pelvi renale, che apparirà dilatata, mentre l’uretere rimarrà di calibro normale.
La stasi dell’urina, e quindi l’aumento delle pressioni all’interno della pelvi, a lungo termine potrebbero determinare un danneggiamento del rene.
È una patologia tipica dei bimbi di sesso maschile, può essere bilaterale e può trovarsi associata ad altre patologie dell’apparato urogenitale (es. ipotrofia renale, doppio distretto ecc.).
Il restringimento può essere causato o da uno spessore eccessivo della parete ureterale, come accade nella maggior parte dei casi, o da neoformazioni presenti in essa, o da cause estrinseche, ovvero da vasi o benderelle fibrose che ‘’poggiandosi’’ sulla giunzione, ne diminuiscono il diametro e a lungo andare la ostruiscono. Spesso però l’anomalia è solo funzionale, ovvero le fibre presenti nella giunzione pielo-ureterale, sono ancora immature e la S.G.P.U. può essere solo transitoria.
Quali sono i sintomi della stenosi del giunto pielo-ureterale?
La patologia è molto spesso asintomatica, o raramente, è possibile apprezzare una massa al fianco, o lombalgia.
Come si giunge alla diagnosi?
In epoca prenatale, con ausilio dell’ecografia, è possibile individuare i segni di ostruzione urinaria, ed in particolar modo la presenza di una dilatazione della pelvi renale (idronefrosi).
Anche in epoca post-natale, la prima indagine eseguita è l’ecografia renale, questa infatti ci permette di identificare l’idronefrosi, le eventuali anomalie associate e le caratteristiche morfologiche del rene; tuttavia è bene non eseguire l’ecografia nella prima settimana di vita, perché il calo fisiologico e la disidratazione, potrebbero alterarne il risultato.
Altro esame fondamentale è la scintigrafia renale sequenziale, che ci consente, attraverso l’infusione di un mezzo di contrasto, di valutare la funzionalità renale, il decorso dell’urina e i tempi di eliminazione. Nei casi non chiari alle volte può essere utile eseguire l’uro-RM che ci consente di valutare il decorso dell’uretere, l’eventuale presenza di cause estrinseche all’ostruzione e le eventuali anomalie associate.
Quando e perché è necessario il trattamento chirurgico?
Il trattamento chirurgico è fondamentale per preservare la funzionalità renale, per tale ragione deve essere eseguito in maniera tempestiva, una volta che la diagnosi sia certa o vi sia iniziale perdita di funzione renale.
In cosa consiste il trattamento chirurgico?
Il trattamento definitivo consiste nell’individuare il restringimento della giunzione, resecarlo e ricongiungere le due porzioni. Ciò può essere eseguito con tecnica tradizionale (ovvero con una piccola incisione e livello del fianco), con tecnica laparoscopica (ovvero per mezzo di una telecamera e di strumenti introdotti attraverso piccole incisioni) o con tecnica robotica. Nella stessa procedura chirurgica verrà inoltre posizionato uno stent ureterale, ovvero un "tubicino" che attraversa la pelvi renale, la giunzione pielo-uretrale e l’uretere, esso evita la recidiva del restringimento; tale stent verrà rimosso successivamente per mezzo di un cistoscopio inserito attraverso l’uretra.
Quanto tempo rimane in ospedale il piccolo?
Il piccolo rimarrà in ospedale per qualche giorno, in quanto sarà necessario mantenere un catetere vescicale ed eseguire delle medicazioni adeguate.
Quale sarà la qualità di vita del bambino?
La qualità di vita del piccolo, se trattato in maniera tempestiva e la funzionalità renale è conservata, sarà del tutto simile a quella di un individuo della popolazione sana.
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